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Effetti del Superbonus e del Bonus facciate sul quadro di finanza pubblica

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La Camera ha pubblicato un dossier contenente delle indicazioni in merito agli impatti del c.d. Superbonus e del Bonus facciate sul quadro di finanza pubblica anche alla luce delle principali modifiche apportate alla disciplina del Superbonus in sede di conversione parlamentare del D.L. n. 39/2024 .

Effetti del Superbonus e del Bonus facciate sul disavanzo e sul debito – In sede di conversione del D.L. n. 39/2024 il Governo ha presentato al Senato il maxiemendamento 1.0.1000 volto, tra l’altro, ad estendere da 4 a 10 anni il periodo di rateizzazione delle detrazioni del Superbonus per le spese sostenute ngli anni 2024-25. Sulla base delle informazioni contenute nella relazione tecnica a corredo del maxiemendamento risulta possibile una ricognizione complessiva degli effetti del Superbonus e del Bonus facciate sul deficit e sul debito, integrando il quadro di consuntivo relativo al quadriennio 2020-23 – già oggetto di aggiornamento da parte dell’Istat – con un quadro previsionale per gli anni futuri di vigenza dell’agevolazione, come descritto nella relazione tecnica al maxiemendamento (anni 2024-2036).

Più in dettaglio, l’impatto del solo Superbonus sul deficit e sul debito lungo l’intero arco temporale in cui si esplicano gli effetti dell’ agevolazione è pari a circa 165 miliardi di euro, elevato a circa 188 miliardi di euro aggiungendo i circa 23 miliardi di euro derivanti dal Bonus facciate. Rispetto all’importo totale, l’effetto già verificatosi nel quadriennio 2020-23 ammonta a poco oltre 175 miliardi di euro sul deficit (di cui circa 153 miliardi di euro dovuti al Superbonus e circa 23 miliardi al Bonus facciate, che ha esaurito i suoi effetti nel 2022).

Per quanto riguarda invece il debito, l’impatto cumulato del Superbonus per il periodo 2020-2023 ammonta a soli 20,6 miliardi di euro circa, mentre non si dispone di informazioni ufficiali riferite alla modulazione annua dell’impatto del Bonus facciate.

Sempre con riferimento al deficit, l’impatto annuale del Superbonus mostra un andamento crescente nel periodo 2020-23 (con un picco nel 2023 pari a circa 81 miliardi di euro), annullandosi del tutto nel 2024 e riducendosi in modo significativo a partire dal 2025. Tale andamento è la conseguenza della differente classificazione contabile dei crediti d’imposta maturati nel quadriennio 2020-23 rispetto a quelli del biennio 2024-25. Infatti, le detrazioni del Superbonus relative a tale biennio, a differenza dei crediti fiscali per Superbonus e Bonus facciate del quadriennio 2020-23, sono state classificate dall’Istat come crediti d’imposta “non pagabili”, e andranno pertanto registrate nel Conto economico della PA come minori entrate sulla base dell’effettiva fruizione temporale dell’agevolazione, determinando un incremento annuo di pari ammontare del deficit e del debito per l’intero periodo decennale di fruizione delle detrazioni. Ciò a differenza di quanto avvenuto per i crediti fiscali relativi al periodo 2020-23, classificati come “pagabili“, per i quali la corrispondenza temporale tra incremento del deficit e del debito è venuta meno.

Effetti delle modifiche introdotte al D.L. n. 39/2024 sull’andamento tendenziale del deficit e sui profili di classificazione contabile dei crediti d’imposta – L’impatto del Superbonus e del Bonus facciate sul deficit e sul debito descritto è comprensivo degli effetti derivanti dall’intervento operato con il maxiemendamento governativo al D.L. n. 39/2024 , che ha esteso da 4 a 10 anni il periodo di fruizione delle detrazioni per il Superbonus relative alle spese sostenute nel biennio 2024-25, determinando effetti di finanza pubblica positivi nel quadriennio 2025-2028 e negativi nei sei anni successivi, dal 2029 al 2036.

Nel primo periodo, infatti, si genera un maggior gettito in quanto l’importo annuo della detrazione si abbassa sensibilmente rispetto a quanto sarebbe avvenuto in base alla rateizzazione quadriennale prevista dalla legislazione previgente. Nel secondo periodo, invece, si determina un minor gettito per il prolungarsi delle rate di detrazioni che, a legislazione previgente, sarebbero cessate dopo soli 4 anni. L’impatto sul deficit e sul debito di tale intervento, illustrato nella tabella 2.1 e nella figura 2.1, mostra che nel quadriennio 2025-2028 si registra un miglioramento pari a circa 7,4 miliardi di euro complessivi, al quale corrisponde un peggioramento dello stesso importo per il periodo 2029-2036.

Tali effetti finanziari, positivi e negativi, sono stati in massima parte compensati – dando quindi luogo ad un impatto finanziario neutrale – con altre modifiche apportate al D.L. n. 39/2024 nel corso dell’esame presso il Senato, eccezion fatta per una quota di maggior gettito, pari a 700 milioni nel 2025 e 1.700 milioni nel 2026, che è stata espressamente riservata al fine di conseguire un miglioramento degli andamenti tendenziali di finanza pubblica, in coerenza con gli obiettivi programmatici vigenti per gli anni 2025 e 2026 fissati dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023.

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