Con l’ordinanza 14 marzo 2019, n. 17529, depositata lo scorso 28 giugno, la quinta sezione tributaria della Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi in merito alle ipotesi in presenza delle quali i corrispettivi e i diritti di licenza (royalties) dovuti dall’importatore in relazione alle merci importate costituiscono una “condizione della vendita”, ai fini della rilevanza degli stessi quale componente del valore in dogana di cui all’art. 32 del codice doganale comunitario e, conseguentemente, dell’applicazione del potere di rettifica dell’Ufficio.
In particolare, per i giudici di legittimità tale circostanza si riscontra non solo quando l’operazione è subordinata espressamente – nelle clausole dell’accordo di licenza – all’assolvimento di tali pagamenti, ma anche quando questo rapporto di subordinazione si evince dal tenore delle clausole contrattuali che interessano anche diversi soggetti che possono intervenire nell’operazione medesima, quando il venditore è soggetto diverso dall’avente diritto alla percezione delle royalties (ad analoghe conclusioni la Suprema Corte era approdata con la pronuncia 6 aprile 2018, n. 8473).
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