PIR Alternativo: i chiarimenti delle Entrate sul regime fiscale

Relativamente ai PIR (Piani di risparmio a lungo termine) Alternativi, la Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234) ha:

1. modificato al disciplina della deroga al principio di “unicità”, secondo il quale era possibile detenere un solo PIR ordinario e un solo PIR alternativo;
2. rimodulato l’ammontare del credito d’imposta e il termine entro cui il medesimo può essere utilizzato. Per effetto delle nuove norme, ora è quindi possibile detenere, contemporaneamente a un PIR ordinario, più di un PIR Alternativo.

Al riguardo, con la circolare 4 maggio 2022, n. 10/E , l’Agenzia delle Entrate ha precisato che un PIR Alternativo non può essere cointestato a più persone, “in quanto tale possibilità implicherebbe una revisione dell’intero impianto della disciplina in esame”.

Si ricorda che il regime fiscale dei PIR consiste nell’esenzione dalla tassazione dei redditi finanziari derivanti dagli investimenti inseriti nel piano, qualora tali investimenti:

1. siano detenuti per almeno 5 anni (c.d. minimum holding period);
2. rispettino specifici limiti quantitativi di investimento (c.d. plafond annuo e complessivo), determinate caratteristiche (natura e tipologia delle attività oggetto di investimento), specifici vincoli di composizione (c.d. quota obbligatoria) e limiti (soglie massime di concentrazione e liquidità).

Alle persone fisiche titolari di PIR Alternativi costituiti dal 1° gennaio 2021, infine, spetta un credito d’imposta pari alle eventuali minusvalenze, perdite e differenziali negativi realizzati, ai sensi dell’art. 67 del TUIR, relativamente agli strumenti finanziari qualificati effettuati nel corso del 2021, a condizione che gli investimenti siano detenuti per almeno 5 anni e il credito d’imposta non ecceda il 20 per cento delle somme investite negli strumenti finanziari medesimi.

Circolare PIR n. 10 del 4 maggio 2022