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Riforma fiscale, in Senato salta l’accordo

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Al Senato non è stato trovato l’accordo sulla legge-delega di riforma fiscale. Lo scorso 22 giugno, il disegno di legge (C. 3343-A) era stato approvato dalla Camera.

Con le ultime revisioni al provvedimento si era deciso il mantenimento della cedolare secca e del regime forfetario, con la previsione di una exit tax di due anni per chi supera il limite dei 65mila euro, la riforma del catasto “a doppia rendita”, che aggiunge a quella attualmente utilizzata una nuova periodicamente aggiornabile, la previsione di un cashback fiscale per l’erogazione delle detrazioni delle spese sanitarie direttamente al contribuente.

Eliminato invece il riferimento al sistema duale di tassazione.

La riforma prevede inoltre:

  1. la razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario, da attuare anche con interventi sugli adempimenti dichiarativi e di versamento a carico dei contribuenti al fine di ridurre i costi di adempimento, di gestione e di amministrazione del sistema fiscale, con il divieto per l’amministrazione finanziaria di richiedere al contribuente documenti già in possesso delle amministrazioni pubbliche;
  2. la razionalizzazione delle sanzioni amministrative, garantendone la gradualità e proporzionalità rispetto alla gravità delle violazioni commesse, con particolare attenzione alle violazioni formali o meramente formali;
  3. il mantenimento della progressività del sistema tributario e il rispetto del principio di equità orizzontale;
  4. la revisione del sistema di imposizione personale sui redditi, attraverso una progressiva revisione del trattamento fiscale dei redditi personali derivanti dall’impiego del capitale, allo scopo di favorire l’efficiente funzionamento del mercato dei capitali, aumentando il grado di neutralità fiscale e prevedendo ordinariamente l’applicazione di un prelievo proporzionale e regimi cedolari ai redditi da capitale, nonché distinguendo tra redditi da capitale mobiliare e immobiliare;
  5. la riduzione graduale delle aliquote medie effettive IRPEF, a partire da quelle relative ai redditi medio-bassi;
  6. una semplificazione e razionalizzazione dell’IRES, finalizzate alla riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese, anche attraverso un rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali, con particolare attenzione alla disciplina degli ammortamenti e alla revisione dei costi parzialmente e totalmente indeducibili;
  7. per quanto riguarda l’IVA, la razionalizzazione della struttura del tributo, con particolare riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote, allo scopo di semplificare la gestione e l’applicazione dell’imposta, contrastare l’erosione e l’evasione fiscali e aumentare il grado di efficienza del sistema impositivo in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell’imposta;
  8. un graduale superamento dell’IRAP, con l’eliminazione dell’imposta prioritariamente per le società di persone, studi associati e STP.

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