Ai sensi dell’art. 37, comma 3, del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, sono imputati al contribuente i redditi di cui appaiono titolari altri soggetti quando sia dimostrato, anche sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti, “che egli ne è l’effettivo possessore per interposta persona”.
In merito all’ambito applicativo di tale norma, la giurisprudenza di legittimità ritiene che vi rientrino sia le ipotesi di interposizione fittizia, sia quelle di interposizione reale, per mezzo delle quali la tassazione avviene in capo a un soggetto differente rispetto al reale percettore del reddito (Corte di Cassazione 29 luglio 2016, n. 15830, 19 ottobre 2018, n. 26414, 13 gennaio 2017, n. 818, e 30 ottobre 2018, n. 27625).
Con particolare riferimento alle forme di interposizione attuate mediante il ricorso a schemi societari, con la Risposta all’istanza di interpello 9 marzo 2020, n. 89, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito quanto segue:
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