Fatturazione elettronica per tutti
Tutte le partite Iva saranno, praticamente, quasi obbligate, a partire dal 1° gennaio 2017 alla fatturazione elettronica.
È quanto emerge dalla lettura dell’ art. 4 del decreto fiscale 2017 (dl n. 193/2016). Infatti, da maggio 2017 tutti i titolari di partita Iva dovranno comunicare ogni tre mesi le fatture emesse, ricevute e registrate, insieme ai dati contabili riepilogativi delle liquidazioni periodiche Iva.
Infatti, combinando le procedure previste dai nuovi obblighi con quanto già previsto dal decreto legislativo dedicato alla trasmissione telematica delle operazioni Iva emerge un obbligo mascherato di fatturazione elettronica per i soggetti passivi Iva nelle loro transazioni oltre a quanto previsto nei confronti della pubblica amministrazione.In particolare il decreto 127/2015 ha previsto che dal 1° luglio 2016 i soggetti passivi Iva possano utilizzare la fatturazione elettronica tra privati tramite il portale gratuito messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate, mentre dal 1° gennaio 2017 possono aderire alla trasmissione telematica delle fatture e dei corrispettivi all’Agenzia.
Il recentissimo provvedimento normativo, è evidentemente e fortemente orientato a favorire i contribuenti che adotteranno la fattura elettronica tra privati. Infatti, tali contribuenti così facendo potranno anche «facilmente» adempiere anche agli obblighi di conservazione. I contribuenti che nell’anno precedente hanno realizzato un volume d’ affari inferiore a 50 mila euro spetterà un credito di imposta di 100 euro una tantum da utilizzare nel 2018; mentre per i commercianti al minuto, che dal 1° gennaio 2017 effettueranno la trasmissione telematica dei corrispettivi spetterà un credito di imposta di 50 euro.
Riassumendo, da un lato il governo crea un nuovo obbligo che vale per tutti i soggetti passivi: aziende e
professionisti ma anche i soggetti esonerati dalla presentazione della dichiarazione Iva, però «facilmente» superabile con la fatturazione elettronica, mentre dall’altro toglie (spesometro e studi di settore, che comunque erano strumenti di problematica applicazione).