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Frontalieri: ratificato l’accordo Italia-Svizzera

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Nella giornata di ieri è arrivato il via libera definitivo del Senato, con 120 voti favorevoli e nessun contrario, alla ratifica degli accordi tra Italia e Confederazione svizzera relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri ed all’accordo per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio.

All’interno del Trattato sono comprese anche le norme che prevedono l’esclusione della Svizzera dalla black list fiscale del 1999 e la disciplina temporanea per la proroga del telelavoro per i frontalieri fino al 30 giugno 2023 in attesa di una revisione della disciplina che dovrà tener conto delle nuove esigenze sociali e della natura particolare del lavoro del frontaliere.

In merito agli aspetti generali, le disposizioni dell’intesa bilaterale prevedono innanzitutto il principio di reciprocità. A differenza del precedente accordo del 1974, che regola unicamente il trattamento dei lavoratori frontalieri italiani che lavorano in Svizzera, l’Accordo che è stato firmato a Roma il 23 dicembre 2020 disciplina anche il trattamento dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia.

Per quanto concerne il metodo di imposizione, l’accordo stabilisce il metodo della tassazione concorrente, che attribuisce i diritti di imposizione sia allo Stato di residenza sia a quello fonte del reddito da lavoro dipendente:

  • l’imponibile riguarda l’80% del Paese dove si lavora;
  • lo Stato di residenza applica poi la propria tassazione sui redditi ed elimina la doppia imposizione relativamente alle imposte prelevate nell’altro Stato.

Viene prevista quindi una riduzione del 20% dell’imposta netta e delle addizionali comunale e regionale all’IRPEF per i lavoratori svizzeri che operano in Italia. La disoccupazione sarà equiparata a quella percepita dai lavoratori svizzeri per i primi tre mesi, a meno che quella italiana non sia di importo più elevato rispetto a quella svizzera.

Da notare che l’Accordo si preoccupa di puntualizzare la definizione di “aree di frontiera” che, per quanto concerne l’Italia, comprende le Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano e prevede inoltre alcune disposizioni transitorie relative agli attuali lavoratori frontalieri residenti in Italia che lavorano in Svizzera, ai quali si applica il regime di tassazione esclusiva in Svizzera.

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