La Cassazione conferma i confini del vincolo derivante dal giudicato
Nel processo tributario, il vincolo oggettivo derivante dal giudicato, in relazione alle imposte periodiche, dev’essere riconosciuto nei casi in cui vengano in esame fatti che, per legge, hanno efficacia permanente o pluriennale, producendo effetti per un arco di tempo che comprende più periodi di imposta o nei quali l’accertamento concerne la qualificazione del rapporto, salvo che, in materia di Iva, ciò comporti l’estensione ad altri periodi di imposta di un giudicato in contrasto con la disciplina comunitaria, avente carattere imperativo, compromettendone l’effettività: lo ha ribadito la quinta sezione tributaria della Corte di Cassazione con l’ordinanza 2 ottobre 2019, n. 20428, depositata lo scorso 28 settembre (in tal senso si segnalano anche Cass. 19 aprile 2018, n. 9710 , 21 novembre 2018, n. 30033 , 15 settembre 2017, n. 21395 e, con riferimento all’Iva, Cass. 4 maggio 2016, n. 8855 ).
In applicazione di tale principio, è stato affermato che non sussiste detto vincolo nel caso in cui l’avviso di accertamento – annullato da una sentenza passata in giudicato – riguardi un’annualità distinta da quella oggetto del secondo giudizio, e il giudicato sia caduto su circostanze (la congruità della motivazione o la sufficienza delle presunzioni poste alla base dell’avviso) riguardanti elementi di fatto differenti rispetto a quelli posti alla base dell’avviso di accertamento oggetto del secondo giudizio.
