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La Cassazione indica i casi in cui la cartella dev’essere preceduta dall’avviso bonario

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L’emissione della cartella di pagamento con le modalità previste dall’art. 36-bis, comma 3, del D.P.R. n. 600/1973 e dall’art. 54-bis, comma 3, del D.P.R. n. 633/1972, richiede la preventiva comunicazione dell’esito del controllo al contribuente quando la procedura di liquidazione automatizzata non si limiti a rilevare meri errori materiali ma richieda rettifiche preventive dei dati contenuti nella dichiarazione. In tal caso, la sua omissione può comportare la nullità della cartella ex art. 6, comma 5 , della legge 27 luglio 2000, n. 212 (Statuto del contribuente).

Tale principio, affermato in giurisprudenza (si segnala ad esempio Corte di Cassazione 24 gennaio 2018, n. 1711 ), è stato ora ribadito dalla quinta sezione tributaria della Suprema Corte con l’ordinanza 19 aprile 2018, n. 14998 , depositata lo scorso 8 giugno.

Si ricorda che ai sensi della norma sopra richiamata, prima di procedere ad iscrizioni a ruolo derivanti dalla liquidazione di tributi risultanti da dichiarazioni, qualora sussistano incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione, il Fisco deve invitare il contribuente a fornire i chiarimenti necessari o a produrre i documenti mancanti entro un termine congruo e comunque non inferiore a 30 giorni dalla ricezione della richiesta. Nell’occasione i giudici di legittimità hanno altresì sottolineato che tale regola:

  1. si applica anche qualora, a seguito della liquidazione, emerga la spettanza di un minor rimborso di imposta rispetto a quello richiesto;
  2. non si applica in caso di iscrizione a ruolo di tributi per i quali il contribuente non è tenuto ad effettuare il versamento diretto.

Con la richiamata ordinanza n. 14998/2018 , infine, la Cassazione ha confermato che il contribuente il quale abbia dichiarato redditi superiori a quelli dovuti, qualora non abbia provveduto al pagamento della maggiore imposta, può opporre in sede giudiziale alla pretesa dell’Amministrazione l’erroneità, in fatto o in diritto, della dichiarazione, attesa l’emendabilità della stessa (in tal senso si segnala anche Cass. 9 marzo 2018, n. 5728 ).

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