Piani urbanistici particolareggiati, l’agevolazione “salta” se l’immobile è ceduto prima della edificazione
L’art. 1 della Tariffa , Parte I, allegata al D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131, all’ultimo comma, introdotto dall’art. 1, comma 25, della Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008), disponeva che l’imposta di registro è dovuta nella misura dell’1 per cento se il trasferimento ha per oggetto immobili compresi in piani urbanistici particolareggiati diretti all’attuazione dei programmi di edilizia residenziale comunque denominati, a condizione che l’intervento cui è finalizzato il trasferimento venga completato entro 5 anni dalla stipula dell’atto.
Detto termine è stato successivamente modificato in 3 e poi in 6 anni, rispettivamente dall’art. 2 del D.L. 29 dicembre 2010, n. 225, convertito con modifiche dalla Legge 26 febbraio 2011, n. 10, e dall’art. 6, comma 6, del D.L. 31 agosto 2013, n. 102, convertito con modifiche dalla Legge 28 ottobre 2013, n. 124.
Al riguardo, con la Risposta all’istanza di interpello 4 settembre 2020, n. 311 , l’Agenzia delle Entrate ha affrontato il caso del contribuente che, acquistato un terreno edificabile in comproprietà al 50 per cento con un altro acquirente, ha poi deciso di cedere l’immobile in quanto non riesce a completare la costruzione nei tempi indicati dalla norma.
Nella situazione descritta – ha precisato l’Agenzia – il contribuente non può chiedere la riliquidazione delle imposte di registro e ipocatastali versate in misura agevolata, neppure limitatamente alla sua quota.
Si ricorda infine che l’agevolazione riguardava gli atti stipulati fino al 31 dicembre 2013, in quanto la misura è stata soppressa, a decorrere dal 1° gennaio 2014, dall’art. 10, comma 4, del D.Lgs. 14 marzo 2011, n. 23, che ha soppresso le esenzioni e le agevolazioni tributarie, anche se previste in leggi speciali, relative agli atti soggetti ad imposta di registro (Circolare 21 febbraio 2014, n. 2/E).
