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Ulteriori contributi a fondo perduto, tax credit affitti e proroga smart working

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Il decreto “Sostegni-bis”, che dovrebbe essere varato in settimana dal Consiglio dei Ministri, conterrà, secondo quanto si legge nelle prime bozze in circolazione, misure per il sostegno alle imprese e all’economia, abbattimento dei costi fissi, accesso al credito e alla liquidità delle imprese, tutela della salute, misure per la sicurezza, politiche sociali ed enti territoriali.

La bozza del decreto prevede, tra l’altro:

  1. il riconoscimento di ulteriori contributi a fondo perduto, da calcolarsi secondo un “doppio binario”: in automatico o in base all’ammontare delle perdite determinato sulla base del fatturato o dei corrispettivi;
  2. un credito d’imposta del 60 per cento, per la durata di 5 mesi (da gennaio a maggio 2021), sui canoni di locazione sostenuti dalle imprese;
  3. la proroga fino al 30 settembre 2021 dello smart working nel settore privato;
  4. l’istituzione di un fondo da 600 milioni da destinare ai Comuni ai fini della riduzione della Tari a beneficio delle attività economiche colpite dalle disposizioni anti-Covid;
  5. agevolazioni per i giovani under 36 che intendono acquistare la prima casa attraverso l’apposito fondo di garanzia: la bozza dispone infatti l’esenzione dall’imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e catastale;
  6. il rinvio al 2022 della plastic tax.

Per quanto riguarda in particolare i contributi a fondo perduto, sarebbe previsto il riconoscimento di un ulteriore contributo a favore dei soggetti già beneficiari di quello previsto dall’art. 1 del D.L. 22 marzo 2021, n. 41 (decreto “Sostegni”), del medesimo importo riconosciuto in precedenza, in automatico e senza la presentazione di un’ulteriore istanza. Tale contributo sarebbe erogato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, a condizione che i destinatari abbiano, alla data di entrata in vigore del decreto, la partita IVA attiva e non abbiano già restituito il precedente contributo, ovvero esso non risulti indebitamente percepito.

In alternativa, verrebbe riconosciuto un contributo a fondo perduto ai titolari di partita IVA che nel secondo periodo d’imposta antecedente l’entrata in vigore del decreto non abbiano registrato ricavi superiori ai 10 milioni di euro e che abbiano subìto una perdita del fatturato medio mensile di almeno il 30% nel periodo compreso dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 rispetto al periodo compreso tra il 1° aprile 2019 e il 31 marzo 2020.

A tale differenza dovrà poi essere applivata una percentuale prevista con riferimento a diversi scaglioni di ricavi/compensi: 60% fino a 100 mila euro; 50% da 100 mila a 400 mila euro; 40% da 400 mila fino a 1 milione; 30% da 1 milione fino a 5 milioni; 20% da 5 milioni a 10 milioni). Per tutti i soggetti, l’importo del contributo non potrà essere superiore a 150 mila euro.

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