All’esame della Corte di Giustizia Ue gli oneri a carico degli importatori di energia verde
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Sarà la Corte di Giustizia Ue a stabilire se viola il diritto comunitario la norma nazionale che imponga agli importatori di elettricità verde un onere pecuniario non applicabile ai produttori nazionali del medesimo prodotto: la questione è stata sollevata dalla quarta sezione del Consiglio di Stato con l’ordinanza 14 marzo 2019, n. 6078, depositata lo scorso 3 settembre, con riferimento alle seguenti norme:
- art.18 TFUE, nella parte in cui vieta ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità nel campo di applicazione dei Trattati;
- articoli 28 e 30 TFUE, nonché art. 6 dell’accordo di libero scambio CEE – Svizzera, nella parte in cui dispongono l’abolizione dei dazi doganali sulle importazioni e misure aventi effetto equivalente;
- art. 110 TFUE, nella parte in cui vieta imposizioni fiscali sulle importazioni superiori a quelle applicate direttamente o indirettamente ai prodotti nazionali similari;
- art. 34 TFUE, nonché art. 13 dell’accordo di libero scambio CEE – Svizzera, nella parte in cui vietano l’adozione di misure aventi effetto equivalente a restrizioni quantitative sulle importazioni;
- articoli 107 e 108 TFUE, nella parte in cui vietano di dare esecuzione ad una misura di aiuto di Stato non notificata alla Commissione ed incompatibile con il mercato interno;
- Direttiva 2009/28/CE, nella parte in cui si prefigge di favorire il commercio intracomunitario di elettricità verde favorendo altresì la promozione delle capacità produttive dei singoli Stati membri.