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Approvato il Decreto “Crescita”

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Ieri sera il Consiglio dei Ministri ha approvato, in seconda deliberazione, il Decreto “Crescita”. Rispetto alla versione originaria del provvedimento (varata nelle scorse settimane), “il testo è stato integrato – spiega un comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi – con norme che prevedono l’estensione del regime della ‘decommercializzazione’ agli enti associativi assistenziali, rimodulano gli obblighi informativi relativi alle erogazioni pubbliche, disciplinano la possibilità per l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) di avvalersi dei servizi forniti da società in house, semplificano gli adempimenti per la gestione degli enti del terzo settore nonché i processi di programmazione, vigilanza e attuazione degli interventi finanziati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), (…)”.

A poche ore dall’inizio della riunione del Consiglio dei Ministri si era ipotizzato che l’esame del provvedimento fosse stato rinviato, in quanto non previsto nell’ordine del giorno.

Tra le novità contenute nella versione originaria del decreto – approvata lo scorso 4 aprile – e che sembrano confermate nel testo definitivo, si segnalano le seguenti:

  1. la reintroduzione del superammortamento nella misura del 130 per cento per gli investimenti in beni strumentali nuovi (con esclusione dei veicoli) effettuati a decorrere dal 1° aprile 2019 al 31 dicembre 2019, ovvero entro il 30 giugno 2020, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2019 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione. La maggiorazione, peraltro, potrà essere utilizzata soltanto per la quota di investimenti di importo non superiore a 2,5 milioni di euro;
  2. la soppressione della mini-Ires – introdotta dall’art. 1, commi da 28 a 34, della legge di Bilancio 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145) – e la contestuale introduzione di un’agevolazione Ires finalizzata ad incentivare il reimpiego degli utili in azienda;
  3. l’incremento della deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa e di lavoro autonomo (già aumentato al 40 per cento dall’art. 1, comma 12, della richiamata Legge n. 145/2018);
  4. la possibilità di accedere al Patent Box, di cui all’art. 1, commi 3743, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, mediante la determinazione diretta del beneficio;
  5. la modifica della disciplina relativa al credito d’imposta per ricerca e sviluppo;
  6. l’introduzione di alcune modifiche alla disciplina relativa ai cosiddetti “impatriati” (art. 16, D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 147) e al regime sul “rientro dei cervelli” (art. 44, D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modifiche dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122);
  7. la riproposizione del cosiddetto “bonus aggregazione”, che fu introdotto dall’art. 4 del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito con modifiche dalla Legge 9 aprile 2009, n. 33, e, in precedenza, dall’art. 1, commi da 242 a 249, della Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007).

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