Ai sensi dell’art. 88, comma 3, lettera b), del Tuir, sono considerati sopravvenienze attive “i proventi in denaro o in natura conseguiti a titolo di contributo o di liberalità, esclusi i contributi di cui alle lettere g) e h) del comma 1 dell’articolo 85 e quelli per l’acquisto di beni ammortizzabili indipendentemente dal tipo di finanziamento adottato. Tali proventi concorrono a formare il reddito nell’esercizio in cui sono stati incassati o in quote costanti nell’esercizio in cui sono stati incassati e nei successivi ma non oltre il quarto”. Tale principio incontra una deroga nei successivi commi 4 e 4-bis del medesimo articolo, per effetto dei quali:
Al riguardo, con la Risposta all’istanza di interpello 22 giugno 2020, n. 189, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che:
Il documento in esame precisa inoltre che, per potersi qualificare come non commerciale ai sensi dell’art. 73, comma 1, lettera c), del Tuir, un ente non deve avere come oggetto, esclusivo o principale, l’esercizio di attività commerciali. A tal fine, per “oggetto principale” si intende quello considerato essenziale ai fini della realizzazione degli scopi primari indicati dall’atto costitutivo o dallo statuto.
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