Nell’ambito dei contratti internazionali, al fine di chiarire se una determinata attività rientra tra le cessioni di beni (ai sensi dell’art. 2 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633) o tra le prestazioni di servizi (ai sensi del successivo art. 3), occorre fare riferimento ai principi elaborati dalla Corte di Giustizia Ue con le sentenze 29 marzo 2007, causa C-111/05, e 27 ottobre 2005, causa C-41/04: lo ha affermato l’Agenzia delle Entrate con la Risposta all’istanza di interpello 5 giugno 2020, n. 166. In particolare, con la prima delle due pronunce citate gli eurogiudici hanno ribadito che:
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