È detraibile l’Iva assolta dal soggetto passivo residente mediante l’inversione contabile applicata alle fatture relative a spese per servizi infragruppo resi da soggetti esteri anche qualora il Fisco contesti l’incongruenza della spesa o il comportamento antieconomico dell’impresa residente: lo ha affermato l’Aidc (Associazione Italiana Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) – Sezione di Milano, con la Norma di comportamento n. 205. Il documento sottolinea inoltre che, ai fini della detrazione Iva, l’impresa residente è tenuta soltanto a:
Ai fini Iva, tale conclusione rimane valida a prescindere:
In aggiunta a quanto precede si consideri inoltre che, ai sensi dell’art. 6, comma 9-bis3, del D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 471, in caso di imposta assolta mediante reverse charge anche in presenza di “operazioni inesistenti” e fatta salva l’applicazione della sanzione amministrativa prevista, “in sede di accertamento devono essere espunti sia il debito computato da tale soggetto, nelle liquidazioni dell’imposta, che la detrazione operata nelle liquidazioni anzidette (…)”.
Il documento ricorda infine che ai fini Iva:
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